Un referendum storico per proteggere la foresta amazzonica
Dopo due settimane d’azione sul tema del Giorno del Superamento Terrestre, nelle quali l’OEW-Organizzazione per un mondo solidale, assieme a più di 50 partner, ha portato avanti azioni di sensibilizzazione contro lo spreco di risorse, ora lanciamo un appello a tutti*e gli*le altoatesini*e per il loro sostegno concreto. Stiamo raccogliendo donazioni per sostenere un referendum in Ecuador, volto a fermare l’estrazione di petrolio nel Parco Nazionale Yasuní, parte della foresta amazzonica e una delle aree più ricche di biodiversità al mondo.
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... per un referendum con effetti a livello globale sul cambiamento climatico. Per la protezione della foresta pluviale, il "Polmone del Pianeta", per i diritti umani, per la lotta al cambiamento climatico e per il trionfo della democrazia!
… per la protezione della foresta pluviale, il “Polmone del Pianeta”, per i diritti umani, per la lotta al cambiamento climatico e per il trionfo della democrazia!
o tramite i nostri dati bancari:
Organisation für Eine solidarische Welt EO
Iban: IT 68 S 08307 58221 000300004707
Causale: Ecuador
Di cosa si tratta?
Il Yasuní, designato dall’UNESCO come riserva mondiale di biosfera, si estende per oltre 23.000 km2 e ospita il parco nazionale più grande e più ricco di biodiversità dell’Ecuador, parte del cosiddetto “Polmone della Terra”: la foresta amazzonica. Nonostante lo status di area protetta, questa zona, in particolare il “Blocco 43-ITT” (Ishpingo, Tambococha, Tiputini), è sempre stata altamente contesa per via delle sue risorse minerarie, in particolare per le riserve di petrolio. L’impatto che l’estrazione del petrolio provoca è disastroso sia per la natura e che per le popolazioni indigene che abitano nella zona, alcune delle quali si trovano in isolamento volontario (tra gli effetti dell’attività petrolifera figurano la contaminazione dell’acqua potabile, l’estinzione di specie, l’inquinamento dell’aria, l’accaparramento di terre e il conseguente sfollamento della popolazione locale) e per lo più solo le multinazionali ne traggono profitto. Per far fronte a ciò, nel 2013 il collettivo YASunidos ha raccolto circa 757.000 firme per un referendum legislativo in cui i*le cittadini*e ecuadoriani*e avrebbero potuto decidere se il petrolio dovesse continuare a essere estratto o meno nel Yasuní. Tuttavia, il governo ha annullato il 60% delle firme. È iniziata così una battaglia legale durata un decennio e vinta proprio quest’anno con uno storico lancio della consultazione popolare.
Perchè è importante per noi?
Il referendum per il Yasuní, previsto per il prossimo 20 agosto, ha implicazioni globali e, se la protezione della foresta pluviale continuerà, potrà contribuire alla transizione energetica e al cambiamento ecologico: ad esempio, potrebbe segnare l’inizio della fine della produzione di petrolio nell’intera regione della foresta amazzonica. Almeno questa è la speranza del team di YASunidos, che è supportato da Acción Ecológica, organizzazione partner dell’OEW. Poiché il governo non appoggia il referendum, al momento c’è poca diffusione mediatica a favore di questa iniziativa democratica e YASunidos teme che gran parte della popolazione non riceva alcuna informazione o solo false notizie sul referendum. In collaborazione con Acción Ecológica, i membri del collettivo si sono quindi prefissati*e il compito di lanciare una campagna informativa a livello nazionale affinché la popolazione ecuadoriana si esprima contro l’estrazione del petrolio nel Yasuní. Per portare avanti questa campagna, hanno però urgentemente bisogno di fondi.
Monika Thaler, collaboratrice dell'OEW
“Noi sosteniamo il referendum perché la produzione di petrolio toglie il sostentamento alle persone che vivono nella zona in questione. Ma anche perché quest’area speciale, con una delle più alte concentrazioni di biodiversità, è enormemente importante per tutto il nostro Pianeta. Se essa viene distrutta, ci saranno conseguenze irreparabili per l’umanità e per il Pianeta”.
Jorge Espinoza, portavoce di YASunidos
“Questa è la nostra unica possibilità di combattere il cambiamento climatico: siamo di fronte a una distruzione massiccia, proprio come ha riportato l’IPCC, e lasciare il petrolio nel sottosuolo è il modo più efficace per combattere il cambiamento climatico”
Antonella Calle, portavoce di YASunidos
“Il Yasuní ha bisogno di noi ora. È un fatto storico che dobbiamo affrontare il cambiamento climatico fermando l’estrazione di petrolio in uno dei luoghi più ricchi di biodiversità della Terra. Diciamo sì al Yasuní e sì alla vita: contiamo su di voi!”
Perchè l’OEW si sta attivando per il referendum?
Quest’anno, il 15 maggio ha marcato anche in Alto Adige il cosiddetto Giorno del Superamento Terrestre. Secondo il Global Footprint Network, questo giorno segna la data in cui l’Italia ha terminato le proprie risorse per l’anno e dal quale iniziamo a vivere a spese altrui, dato che, da questo punto in poi, vengono consumate dai*lle cittadini*e italiani*e più risorse di quelle vengono generate. Poiché gli effetti del nostro consumo eccessivo, come l’inquinamento ambientale, la scarsità d’acqua e lo sfollamento, colpiscono più duramente i Paesi e i gruppi di popolazione che non hanno quasi mai i mezzi finanziari per proteggersi, l’OEW-organizzazione per un mondo solidale sostiene da circa 30 anni progetti partner in Sud America, tra gli altri luoghi. Tra questi, c’è l’organizzazione per i diritti umani e ambientali Acción Ecológica, che opera in Ecuador per proteggere il Parco Nazionale Yasuní e si sta opponendo agli sforzi del governo e delle compagnie petrolifere internazionali di estrarre petrolio nella riserva naturale.
La collaboratrice dell’OEW Monika Thaler: “Quasi nessuno dei prodotti della nostra vita quotidiana può esistere senza le materie prime provenienti dai Paesi del Sud globale. È proprio per questo che condividiamo la responsabilità delle conseguenze ecologiche e sociali che il nostro consumo provoca a livello mondiale”.
In quanto parte di una società globale, tutti*e noi abbiamo la responsabilità di contribuire a limitare gli effetti negativi del consumo di risorse sulle popolazioni che vivono in zone a rischio, sul nostro ambiente e sulle generazioni future. L’estrazione di risorse ad alta intensità energetica, che per lo più viola i diritti umani e danneggia l’ambiente, sta attualmente portando a un enorme squilibrio sociale e alla distruzione irreversibile del nostro Pianeta.